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23 gennaio 2025
Recensione di Alessandro Tacconi
Nel ventennale dalla creazione e ideazione del gruppo Synapser, viene dato alle stampe un nuovo lavoro a nome di Giancarlo Tossani per la casa discografica Auand nella serie Weird (per via dell’anima estremamente sfaccettata di questo lavoro), che riconferma la propria stima per questo musicista e la voglia di promuovere progetti mai banali né tantomeno prevedibili. Meno male!
Parole di stima ovviamente anche da parte del musicista nei confronti del patron della casa discografica, Marco Valente, che da due decenni appoggia e promuove il suo lavoro.
È sempre giusto ricordare che è grazie all’impegno di realtà “cocciute” come Auand, che hanno una precisa visione che non cede a compromessi commerciali, che molti musicisti possono ambire a una certa visibilità, altrimenti rimarrebbero ai margini della scena musicale e dei festival. Pubblicare invece con simili realtà discografiche è sempre un ottimo biglietto di presentazione. Auand, per questa ragione, è uno dei fiori all’occhiello del panorama musicale italiano.
Un po’ weird (strano) questo album lo è fin dai titoli dei brani, che sono composti spesso e volentieri da giochi di parole e palindromi. Ecco alcuni esempi: Too Hot to Hoot, No Devil Lived On, Stressed Desserts, Are We Not Drawn Onward To New Era?, Do Geese See God?
In effetti, se c’è un genere che può essere suonato sottosopra, tirato e strappato, strattonato, tagliato e cucito, suonato in modo “ribaltato” è proprio il jazz contemporaneo, grazie a una congenita estrema duttilità.
A riprova di quanto appena affermato, No Devil Lived On contiene una prima parte in cui suoni e i versi (nel senso letterale del termine) di Tito Mangialajo Rantzer sembrano riprodotti “al contrario”. La seconda sezione del brano si srotola in modo “normale”.
In Nightrumour non si ha neppure timore di musica sperimental-concreta come in Caged Alphabet: il tintinnio delle percussioni su parti metalliche e di legno, il bofonchiare stridente del clarinetto contrabbasso, le corde del pianoforte percosse, e a tenere il punto il contrabbasso.
Si tratta di un lavoro davvero sfaccettato, che abbraccia vari territori del jazz che si suona oggi. Musica che sconfina e rifugge, scalciando lontano da sé, ogni definizione passatista. Perché mai mettere un “così è!” a tanto sforzo fatto per sottrarsi proprio a precise definizioni?
Proprio in Understories si palesa quanto abbiamo appena affermato: crepitanti movimenti sotterranei che lasciano spazio a spazi dilatati sospesi su stridii di sax e corde di contrabbasso.
Gira velocemente, invece, Roulette (francese o russa?): un vorticare inesorabile, che allarga sempre più la propria trama. Ci pensano il sax di Achille Succi e le tastiere del leader a compiere circonferenze sempre più ampie, ancorate dal drumming insistente e inesorabile di Cristiano Calcagnile e dal contrabbasso di Tito Mangialajo Rantzer, che sembra avvisarli: “Andate andate, tanto da qui non potrete allontanarvi troppo!”.
Nightrumor non è un album facile. E questo ci piace molto. Richiede più di un ascolto, per assaporare la stratificazione sonora e le idee musicali espresse da Giancarlo Tossani. E anche questo è un valore aggiunto di questo lavoro.
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