Recensione ALL ABOUT JAZZ
ALL ABOUT JAZZ
https://www.allaboutjazz.com/nightrumor-giancarlo-tossani-synapser-auand
Giancarlo Tossani Synapser: Nightrumor
By Vincenzo Roggero
January 27, 2025
Sono passati vent’anni dallo splendido esordio, su etichetta Auand, di Synapser, quartetto guidato da Giancarlo Tossani. Due decenni nei quali il pianista e compositore cremonese ha intrapreso un percorso artistico dove la capacità di esplorare ambiti diversi, la curiosità come guida, la naturale abilità nell’allestire formazioni perfette per quella musica e per quelle idee, hanno funzionato da robusto fil rouge.
Fil rouge che innerva, proprio con la sua molteplicità di visioni, Nightrumor , ultima uscita targata ancora Auand, dieci anni dopo l’apprezzato Newswok. Disco che ci pare una sorta di quadratura del cerchio dell’universo Synapser, per la ricchezza di stimoli, di intrecci e di connessioni espressi con una consapevolezza e una maturità invidiabile.
Che siano frammenti intorno al minuto o brani di maggior durata, che a momenti meditativi, seguano groove ipnotici, che afflati free convivano con episodi minimalisti o con suoni che sembrano provenire dallo spazio, poco importa, tutto si incastra in maniera perfetta, ogni specificità diventa elemento indispensabile nel dare luce e senso compiuto al quadro generale.
L’ascolto di Nightrumor è un viaggio in bilico tra sogno e realtà, tra astrazione e concretezza, dove l’eleganza della scrittura e l’affiatamento tra i musicisti—che agiscono in maniera corale, pur addentrandosi nei meandri delle composizioni con la forza della loro personalità—creano un canale comunicativo immediato, all’interno del quale ciascuno potrà percepire la multidimensionalità, il mistero, l’ambiguità e la bellezza della musica proposta.
Album della settimana.
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https://offtopicmagazine.net/2025/01/23/giancarlo-tossani-nightrumor/
23 gennaio 2025
Recensione di Alessandro Tacconi
Nel ventennale dalla creazione e ideazione del gruppo Synapser, viene dato alle stampe un nuovo lavoro a nome di Giancarlo Tossani per la casa discografica Auand nella serie Weird (per via dell’anima estremamente sfaccettata di questo lavoro), che riconferma la propria stima per questo musicista e la voglia di promuovere progetti mai banali né tantomeno prevedibili. Meno male!
Parole di stima ovviamente anche da parte del musicista nei confronti del patron della casa discografica, Marco Valente, che da due decenni appoggia e promuove il suo lavoro.
È sempre giusto ricordare che è grazie all’impegno di realtà “cocciute” come Auand, che hanno una precisa visione che non cede a compromessi commerciali, che molti musicisti possono ambire a una certa visibilità, altrimenti rimarrebbero ai margini della scena musicale e dei festival. Pubblicare invece con simili realtà discografiche è sempre un ottimo biglietto di presentazione. Auand, per questa ragione, è uno dei fiori all’occhiello del panorama musicale italiano.
Un po’ weird (strano) questo album lo è fin dai titoli dei brani, che sono composti spesso e volentieri da giochi di parole e palindromi. Ecco alcuni esempi: Too Hot to Hoot, No Devil Lived On, Stressed Desserts, Are We Not Drawn Onward To New Era?, Do Geese See God?
In effetti, se c’è un genere che può essere suonato sottosopra, tirato e strappato, strattonato, tagliato e cucito, suonato in modo “ribaltato” è proprio il jazz contemporaneo, grazie a una congenita estrema duttilità.
A riprova di quanto appena affermato, No Devil Lived On contiene una prima parte in cui suoni e i versi (nel senso letterale del termine) di Tito Mangialajo Rantzer sembrano riprodotti “al contrario”. La seconda sezione del brano si srotola in modo “normale”.
In Nightrumour non si ha neppure timore di musica sperimental-concreta come in Caged Alphabet: il tintinnio delle percussioni su parti metalliche e di legno, il bofonchiare stridente del clarinetto contrabbasso, le corde del pianoforte percosse, e a tenere il punto il contrabbasso.
Si tratta di un lavoro davvero sfaccettato, che abbraccia vari territori del jazz che si suona oggi. Musica che sconfina e rifugge, scalciando lontano da sé, ogni definizione passatista. Perché mai mettere un “così è!” a tanto sforzo fatto per sottrarsi proprio a precise definizioni?
Proprio in Understories si palesa quanto abbiamo appena affermato: crepitanti movimenti sotterranei che lasciano spazio a spazi dilatati sospesi su stridii di sax e corde di contrabbasso.
Gira velocemente, invece, Roulette (francese o russa?): un vorticare inesorabile, che allarga sempre più la propria trama. Ci pensano il sax di Achille Succi e le tastiere del leader a compiere circonferenze sempre più ampie, ancorate dal drumming insistente e inesorabile di Cristiano Calcagnile e dal contrabbasso di Tito Mangialajo Rantzer, che sembra avvisarli: “Andate andate, tanto da qui non potrete allontanarvi troppo!”.
Nightrumor non è un album facile. E questo ci piace molto. Richiede più di un ascolto, per assaporare la stratificazione sonora e le idee musicali espresse da Giancarlo Tossani. E anche questo è un valore aggiunto di questo lavoro.
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Recensione “Nightrumor”: Flavio Caprera, Jazz Convention
Flavio Caprera, 2 Dicembre 2024
https://www.jazzconvention.net/2024/12/02/giancarlo-tossani-synapser-nightrumor/
I Synapser di Giancarlo Tossani ritornano dopo vent’anni dal loro primo disco intitolato Beauty is a rare thing inciso sempre per la Auand. Il pianista celebra questo suo come back con Nightrumor, un’altra prova intensa, fascinosa, prismatica e dalle tante e infinite letture. Siamo di fronte a un disco dagli innumerevoli significati, dove nulla deve essere trascurato nella sua lettura estrinseca ed intrinseca. Matematiche geometrie si intersecano con l’improvvisazione pura generando suoni e melodie. Il mondo di Tossani è situato al limitare dei confini jazz: guarda lontano, verso suoni avanguardistici, cattura gli echi di un astrattismo spaziale (The Stepping), rielabora la contemporaneità con metodi free e adotta timbri circolari per definire la mobilità armonica (Roulette). I quattro – Tossani, Succi, Mangialajo e Calcagnile -, nel loro percorso creativo, sono riusciti a miscelare la dimensione acustica con quella elettronica disseminandola di liberi interventi ora dinamici, ora percussivi, ora melodici (No Devil Lived On), ora sfumati e cangianti. Spesso l’incalzare ritmico di basso e batteria da vita a nuovi spazi sonori e visioni armoniche come In My Rebel Test. Nightrumor è un disco da ascoltare numerose volte, sia per le sue capacità rivelatrici che per comprendere al meglio la logicità delle concatenazioni musicali, di generi che volutamente si confondono per dare vita ad altri mondi che albergano la tellurica immaginazione di Tossani e la sua omerica odissea spaziale (Understories).
View MoreRecensione a “Nightrumor” di Guido Festinese (il Manifesto, Alias)
C’è sempre una motivata aspettativa, quando esce un lotto di nuovi dischi di Auand, etichetta pugliese molto attenta a valorizzare i nuovi talenti e a consolidare la presenza discografica di chi è andato oltre le promesse iniziali. Il Giulio Gentile Trio di Dream’s Museum, ad esempio, è ben più che una promessa: tre giovani jazzisti abruzzesi al secondo disco, dove si precisano le coordinate di una ricerca melodica, armonica e ritmica che regala composizioni forti, liriche incisive. Giovani veterani nel trio Bearzatti-Risso-Barbieri: con Down Bit Duke/Behind Anatomy si omaggia sia l’amato Elligton di Anatomy of a Murder, sia il soundscape jazz e popular contemporaneo, con esiti esaltanti.
Altra eccellenza consolidata? Quella in Nightrumor, nuovo titolo per Giancarlo Tossani, piano, synth, elettronica coi suoi Synapser: Achille Succi vertiginoso fiatista, Tito Mangialajo Rantzer al basso e alla voce, Cristiano Calcagnile alla batteria.
Post free e situazioni di estremo art rock innervato di sonorità imprendibili e timbriche aliene, fantascientifiche: una meraviglia. (Guido Festinese)
https://ilmanifesto.it/gli-ultrasuonati-119
View MoreRecensione “Nightrumor”: Fabrizio Versienti, Corriere del Mezzogiorno
Corriere del Mezzogiorno, 26/10/2024, Fabrizio Versienti
Casa Auand riapre i battenti coi cd di Tossani e Bearzatti
Con due uscite importanti per tutto il jazz italiano riapre i battenti casa Auand. L’etichetta pugliese di Marco Valente ha pubblicato quasi contemporaneamente Nightrumor, del pianista Giancarlo Tossani e del suo gruppo Synapser, e Behind Anatomy dell’inedito trio (Down Bit Duke) formato dal sassofonista Francesco Bearzatti con Stefano Risso e Mattia Barbieri. Due bei dischi, va detto subito, ricchi di motivi d’interesse e di soluzioni musicali ardite, caratterizzati da una costruzione molto attenta al dettaglio e da una sorta di estetica del frammento. Jazz, naturalmente, di quello più attuale e non euclideo, segnato dalla convivenza degli strumenti acustici con l’elettronica (più analogica nel caso di Tossani, decisamente digitale nel lavoro di Bearzatti). Ma procediamo con ordine.
Nightrumor è uscito (sia in digitale che in versione fisica nei negozi) la settimana scorsa. Tossani (come del resto Bearzatti) è stato vent’anni fa una grande scoperta di Valente, imponendosi subito per la maturità espressiva e per l’altissimo livello del suo gruppo, dove convivono forti personalità: Achille Succi a sassofoni e clarinetti, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e Cristiano Calcagnile alla batteria. Vent’anni dopo, parliamo sempre di Synapser, ancora attivo nella stessa identica formazione. Certo, sia Tossani che i suoi compari hanno coltivato altri progetti e frequentato altri musicisti, ma periodicamente il loro ritrovarsi è estremamente produttivo. Nightrumor allinea tredici brani originali, tutti scritti da Tossani, di lunghezza variabile tra 1 e 6 minuti. C’è quasi un’alternanza tra pezzi più aforistici, di struttura aperta, e composizioni più articolate, costruite per assemblaggio di frammenti, appunto, che s’incastrano secondo una logica quasi cubista, riscaldata da un senso ludico che rende enigmistici molti titoli, brevi o lunghi non importa. Infatti, Are We Not Drawn Onward to a New Era è perfettamente palindromo, così come Do Geese See God o Don’t Nod; letti al contrario non cambiano.
Il disco di Bearzatti & co., invece, Behind Anatomy, è da ieri nei negozi (ma da un mese era già on line), e vede il sassofonista e clarinettista friulano suonare con Mattia Barbieri alla batteria e Stefano Risso a contrabbasso, electronics e beats. Risso è anche l’autore degli otto brani del disco, spesso basati su arditi montaggi sonori; ispirazione è Anatomia di un omicidio, sia il film di Otto Preminger che la relativa colonna sonora di Duke Ellington, ma l’estetica prevalente è quella dell’hip hop, del frammento ritmico e melodico, applicata al jazz (Down Bit Duke, appunto). Il calore lo aggiunge Bearzatti con i suoi strumenti, sempre ispirati, eleganti e inclini al blues.
View MoreRecensione “Nightrumor”: Luca Muchetti, La Provincia
Synapser, il progetto del pianista jazz cremonese Giancarlo Tossani compie vent’anni, e per l’occasione torna con un nuovo album nel quale accanto al poliedrico musicista di Cremona, al piano, synth ed elettronica- suonano Achille Succi (sax alto, clarinetto basso e contrabbasso, flauto pifano), Tito Mangialajo Rantzer (contrabbasso, voce) e Cristiano Calcagnile (batteria).
Nightrumor esce infatti a due decadi di distanza da Beauty Is a Rare Thing confermando un sodalizio con Auand Records, etichetta fra le più rappresentative e vivaci del jazz italiano. In questi nuovi tredici brani, la formazione torna a tessere la tela di una musica complessa e semplice, organica e artificiale, capace di guardare e guardarsi da molteplici punti di vista. Il risultato è una fantasmagoria di sonorità, sapori, atmosfere ed echi dal passato, dal presente e forse dal futuro che raccontano soprattutto della vitalità di un progetto ancora in pieno svolgimento. «Parecchi dei ti- toli che ho scelto – spiega Tossani parlando di questo nuovo capitolo del progetto Synapser, già insignito come ‘Miglior nuovo talento del jazz italiano’ nel Top Jazz del 2006 – sono palindromi, proprio per indicare la possibilità di una molteplicità di livelli. L’insieme spazia tra acustico ed elettronico, delinea un paesaggio sonoro variabile, a volte tinto di sfumature drammatiche ma pure divertito e ironico, composto da groove iterativi, ipnotici e lineari, ma anche di intrecci aggrovigliati. Un procedere multiforme, fragile e mai dato per scontato, quasi un’immagine musicale del nostro personale incespicare su questa terra». Musica umanissima, insomma, anche quando prende le sembianze di un oggetto sonoro ambiguo, alieno, oscuro e decifrabile con incertezza (spesso il lato più affascinante del jazz più spericolato). «Quando si realizza un brano – continua ancora il musicista – spero che ogni musicista dia vita a un sottotesto, a una molteplicità che confluisca in una tessitura comune a più dimensioni. Nelle mie precise intenzioni
tutto è paritario, democraticamente senza il prevalere di solismi e solipsismi. A questo principio collettivo e comunicativo del resto allude proprio il nome del quartetto, Synapser, che potremmo tradurre un po’ come connettore di sinapsi». L’uscita, si diceva, è anche una forte testimonianza di come il connubio fra Synapser e Auand Records duri nel tempo: «Devo – prosegue Tossani – rendere assolutamente un grande omaggio a Marco Valente e alla sua Auand, a cui si deve il merito di aver reso visibile il mio la- voro. Dall’iniziale invio del demo di Beauty Is a Rare Thing è nata poi una lunga collaborazione. Fin dalle prime uscite discografiche, anch’esse risalenti a poco più di vent’anni fa, ho apprezzato Auand, la sua qualità e personalità, in cuor mio auspicando di fare parte del suo catalogo, cosa che poi è effettivamente successa». L’album Nightrumor è disponibile in streaming sulle principali piattaforme e acquistabile in formato fisico su jazzos.com.
View MoreRecensione “Nightrumor”: Fabrizio Zampighi, SentireAscoltare
Nell’universo musicale dei Synapser di Giancarlo Tossani ogni elemento ha la giusta importanza, anche titoli di brani che a prima vista sembrano “normali” e poi invece scopri che nella stragrande maggioranza dei casi sono palindromi. Si parla di geometrie applicate alla creatività, comunque, le stesse che governano ritmicamente e musicalmente un Nightrumor affascinante ed estroverso in uscita per Auand il 18 ottobre 2024.
Genericamente l’ambito di riferimento del disco rimane il jazz, ma l’approccio è poco didascalico e molto attratto da un universo sonoro avanguardista e trasversale. Una materia musicale capace di spaziare dalla musica contemporanea al free, e in cui le sorprese non mancano anche quando è il groove a dettare i tempi (ad esempio in Stressed Desserts o Roulette).
Giancarlo Tossani (pianoforte, sintetizzatore, elettronica), Achille Succi (sax, contrabbasso, basso, clarinetto, piffero), Tito Mangialajo Rantzer (contrabbasso, voce) e Cristiano Calcagnile (batteria) mettono su uno spettacolo d’arte varia abbastanza cerebrale da guadagnarsi i giusti applausi, ma al tempo stesso assolutamente godibile dal punto di vista musicale, tra rumorismi vicini alla musica concreta (Too Hot To Hoot), free jazz (Outbreak), atmosfere sospese (The Stepping, Understories) e moltissimo altro.
“Parecchi dei titoli che ho scelto sono palindromi, proprio per indicare la possibilità di una molteplicità di livelli. L’insieme spazia tra acustico ed elettronico, delinea un paesaggio sonoro variabile, a volte tinto di sfumature drammatiche ma pure divertito e ironico, composto da groove iterativi, ipnotici e lineari, ma anche da intrecci aggrovigliati. Un procedere multiforme, fragile e mai dato per scontato, quasi un’immagine musicale del nostro personale incespicare su questa terra”
View MoreRecensione “Nightrumor”: Marco Zordan, Indiepercui
https://indiepercui.altervista.org/giancarlo-tossani-synapser-nightrumor-auand/
“Sono i suoni della notte contaminati a dovere in una progressione musicale che interviene all’interno delle nostre sinapsi cerebrali a costruire architetture oniriche e nel contempo capaci di rappresentare i nostri sogni più nascosti, a tratti inquietanti.
Il suono coinvolgente di Giancarlo Tossani riesce a determinare attimi di attesa nei confronti di un paesaggio sonoro che non si risparmia, ma che piuttosto incorona il momento trascorso in parallelismi con la forma canzone destrutturata e carica di materia da condividere.
Sono tredici momenti musicali dove eleganza e spessore si sposano all’interno di un’alchimia di rara bellezza.
Una concentricità doverosa e degna di nota dove il pianista, coadiuvato da Achille Succi, Tito Mangialajo Rantzer, Cristiano Calcagnile, riesce nell’impresa di dare magia ad una visione che prende forma ascolto su ascolto”.
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