BIG MONITORS
Knots And Notes
Questo interessante lavoro reca una duplice impronta. Da un lato, è animato dalle doti compositive e dalle capacità di coordinatore di Tossani, musicista poco conosciuto e decisamente sottovalutato. Dall’altra, è contrassegnato dalla figura di William Parker (autore di entusiastici apprezzamenti nelle note di copertia), del quale vengono riprese e reinterpretate alcune composizioni. Si tratta nell’ordine di In Order To Survive, Hunk Pappa Blues, Old Tears, Vermeer e O’ Neal’s Porch. Gli altri dieci brani sono firmati da Tossani, due dei quali in collaborazione con Tobia Bondesan.
Nella scrittura di Tossani confluiscono e si fondono armoniosamente elementi diversi. Nel disegno stringato, aperto e incisivo di alcuni temi si coglie l’eredità di Ornette Coleman. Negli insiemi liberi, ma pur sempre disciplinati, si avvertono alcuni tratti distintivi dell’AACM di Chicago. La matrice afro-americana si rafforza ovviamente negli efficaci arrangiamenti dei brani di Parker, che assumono la forma di vere e proprie rielaborazioni.
L’impiego dell’elettronica è discreto e funzionale alla gamma timbrica, e sfrutta l’apporto dei sintetizzatori modulari di Mitelli e di quelli virtuali di Tossani. Da non sottovalutare poi, sotto il profilo timbrico, il contributo del piano elettrico Wurlitzer. I frequenti, densi collettivi sono alimentati da stimolanti impasti timbrici e da una vitale energia ritmica. La pocket trumpet o il flicorno alto di Mitelli e il sax alto di Tobia Bondesan, pregno di un sanguigno blues feeling, instaurano una dialettica proficua, ricca di felici intuizioni e impennate spregiudicate. Fratello di Tobia e come lui formatosi nei seminari di Siena Jazz sotto la guida di Silvia Bolognesi, Michele Bondesan possiede uno stile asciutto e pregnante al tempo stesso, grande merito di Tossani è quello di essersi avvalso di giovani musicisti (età media intorno ai trent’anni) intraprendenti e ben disposti a rischiare.
(Boddi, SETTEMBRE 2021 MUSICA JAZZ)